Durante la Costellazione, infine, è emersa una dinamica significativa legata al padre e al conflitto tra Nord e Sud, sia personale che collettivo. La figura paterna, inizialmente vista come distante, è stata rivalutata nel momento in cui ha assunto il ruolo di difensore della famiglia contro un nemico esterno, aprendo uno spazio interiore di riconciliazione. Questo movimento ha aperto in me uno spazio nuovo, dove ho potuto sentire che padre e famiglia non sono in opposizione, ma uniti da qualcosa di più grande e profondo. È emersa poi una rivelazione potente: la svalutazione del maschile, che nella mia famiglia (e non solo) sembrava una dinamica disfunzionale, era in realtà un tentativo di protezione inconscia. Quella svalutazione era un modo per non far nascere figli maschi, per risparmiarli alla guerra, al dolore, al sacrificio. Un atto di amore tragico e silenzioso da parte delle donne, che si portavano addosso il peso della perdita, della paura e del sangue versato. Una forma di memoria del trauma collettivo, che si tramandava non solo nei racconti, ma nei corpi, nelle scelte inconsce, nelle energie familiari. Questo si lega al tema più ampio della divisione tra Nord e Sud, e alla violenza storica subita dal Mezzogiorno durante l’Unificazione d’Italia: non si trattava solo di “fare l’Italia”, ma di depredare il Sud, spezzarne la dignità e traumatizzarne la popolazione. Un’operazione orchestrata da poteri politici ed economici (Cavour, i Savoia, gli interessi inglesi e francesi), che ha lasciato ferite ancora aperte nella memoria delle generazioni. Dalla Costellazione è emerso il bisogno profondo di integrare: di riconoscere che vittime e aggressori si appartengono, che il Sud ferito e il Nord dominante convivono dentro di me. E che solo riconoscendo e onorando entrambe le parti, posso iniziare un vero percorso di riconciliazione e guarigione.
È stato un viaggio forte e trasformativo. Un passo verso la pacificazione interiore, la guarigione del maschile, e il riconoscimento di una memoria collettiva spesso taciuta ma ancora viva.